La situazione dell’Ilva è veramente drammatica: l’azienda ha appena comunicato ai sindacati la necessità di fermare totalmente gli impianti di Taranto, interessando quasi 5000 dipendenti, la maggior parte operai ma anche quasi 500 impiegati.
La decisione, secondo l’Ilva, è resa necessaria dalla caduta del mercato del settore siderurgico che perdura dal 2008. Saranno, quindi 4.984 i lavoratori dell’area jonica che resteranno a casa per almeno un anno, con la copertura di ammortizzatori sociali (cassa integrazione straordinaria).
L’azienda ha anche dichiarato che chiusure totali o parziali saranno inevitabili a monte e a valle dei processi produttivi sospesi a Taranto. Tradotto in altre parole, significa che anche lavoratori del polo di Marghera, 80 la quantificazione, resteranno a casa. I sindacati chiedono l’adozione di criteri di rotazioni, ricollocazione e integrazioni per ridurre il peso della sospensione delle attività sui lavoratori. A Taranto, dove a seguito della crisi già una parte dei lavoratori lavorava con contratti di solidarietà, data la totalità della chiusura degli impianti, non potranno continuare con tali modalità.
Nella testa di tutti i lavoratori coinvolti, oltre 5000, il grave pensiero del rischio, alla fine, di perdere il posto di lavoro.